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Benvenuto al mondo Federico

  • Immagine del redattore: Serena Ferrante
    Serena Ferrante
  • 15 set 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Nel mese di agosto, quindi un mese prima del parto, sentivo che qualcosa stava cambiando. Ho sempre avuto tante contrazioni, durante l’ultimo trimestre poi le sentivo ogni giorno soprattutto la sera. Al mare si erano intensificate e mi sono anche molto spaventata quando durante un pomeriggio, si erano regolarizzate con una cadenza di tre minuti, durò un’ora poi basta, si fermò tutto.

A fine agosto la vacanza a Rimini si è conclusa e sono tornata a Bolzano, pensando di avere ancora tanto tempo prima di vedere il nostro piccolo, anche perché durante l’ultima visita mi avevano detto che mancava parecchio.

Invece il pomeriggio del 11 settembre ho iniziato ad avere contrazione sempre più forti e costanti. Mio marito era ritornato a casa verso le 18 e io stavo sempre peggio. Verso l’ora di cena ho mangiato ma con fatica perché le contrazioni non mi davano tregua, quindi ho pensato di chiamare mia mamma per avvisarla di tenersi pronta in caso fossimo dovuti andare all’ospedale. Ho scritto ad alcune amiche per capire se quello che stavo sentendo era un falso allarme o meno.

Mi dissero di fare la prova della doccia :”Fai una doccia calda e cerca di rilassarti, se le contrazioni si placano non è il momento, ma se manca poco fidati che aumentano”. Finita la doccia mi sembrava di stare meglio, ma appena dopo essermi asciugata iniziarono le contrazioni forti. Ogni 5 minuti. Dovevo ricontrollare la borsa per il parto. Mi sa che ci siamo.

Non so come ho fatto a riguardare tutto e ricontrollare quello che mancava perché facevo fatica a stare ferma, solo quando camminavo mi sentivo meglio. Intanto Luca cercava di addormentare le bimbe.

Chiamo mia mamma e le dico di venire perché qualcosa si stava muovendo, forse era un falso allarme ma iniziavo ad avere proprio male.

Non faccio in tempo a mettere giù il telefono che sento le gambe bagnarsi. Ecco questo nei film è il momento in cui si corre in ospedale e se si è fortunati non si partorisce in macchina.

Corro a prendere qualcosa per tamponare l’acqua che scendeva, ma io non mi sarei mai immaginata una cosa del genere. Mi sono cambiata un paio di volte.

Arrivata mia mamma l’ho lasciata a badare alle bambine che per fortuna già dormivano e, povera, ad asciugare il pavimento.

Arrivo in ospedale e penso cavoli l’11 settembre, non è proprio una data fortunata per nascere, perché nella mia testa da lì a pochi minuti sarebbe nato.

Arrivo in ospedale e mi dicono che mi avrebbero fatto il tracciato, ma ragazzi ho perso le acque sta per nascere. L’ostetrica si mette a ridere e mi dice che perderò le acque per ore e che non sarebbe andata così velocemente. Ma come, nei film è tutto super rapido, perdita acque nascita bambino tipo il secondo dopo. No, mi ricoverano e dicono a Luca di tornare a casa tanto sarebbe nato il giorno dopo. Io sentivo già dei dolori allucinanti, alle 8 del mattino seguente torna Luca e io sono irriconoscibile. Non sono mai stata cosi male, continuano a dirmi di farmi una doccia ma mi sento male al solo pensiero di entrare in uno spazio così piccolo.

Niente questo bimbo ha fatto tutto sto casino e poi non vuole nascere.

Alle 14 ancora niente, stavo per impazzire, un’ostetrica si avvicina a me e mi dice come respirare, mi dice anche che devo calmarmi perché il dolore quello vero deve ancora arrivare e io devo riuscire a gestirlo, non c’è altro modo. Forse quelle parole così forti mi fanno ragionare, comunque da quel momento cado come in trans, respiro profondamente, conto, dormo un pò, insomma le ore passavano e io respiravo e respiravo e respiravo, e tenevo giù le spalle e respiravo, e rilassavo le braccia e respiravo.

Insomma alle 16 mi dicono che la mia faccia è abbastanza sconvolta e provata e forse ci siamo.

Decidono di riempirmi la vasca, magari con il bagno caldo le contrazioni sono più sopportabili, no niente era peggio di prima.

Alle 17 esco dalla vasca, affranta, ho contrazioni ogni 3 minuti, mi attaccano al tracciato e il nostro principino è così scatenato che non riescono a sentire il suo cuore. Fino a quando non riescono a sentirlo per un certo lasso di tempo non mi possono fare l’epidurale. Quello che mi veniva da pensare era senza l’epidurale non posso partorire, è impossibile non ce la posso fare.

Alle 18 e 40 nasce il nostro piccolo Federico, che è uno spettacolo e ha già una gran fame.

La sera io e luca siamo rimasti nella stanza del parto, che di colpo mi sembrava bellissima, fino a 10 minuti prima non sapevo neanche dove mi trovassi, poteva essere uno sgabuzzino che non avrebbe fatto nessuna differenza.

Finalmente potevo coccolare il mio cucciolo, la notte è passata tranquilla e lui ha dormito poco e ha mangiato tanto. Il giorno dopo ho deciso che le prime persone che volevo vedere erano le mie bimbe, dovevano conoscere Federico prima di tutti. É stata un’emozione, guardavano la mia pancia sgonfia e poi Federico, quello che avevano chiamato tante volte era li davanti a loro e le guardava, riconosceva quelle vocine che avrà sentito tante volte.

La reazione delle bimbe è stata stranissima, come se ci fosse sempre stato, Amelia lo guardava e rideva, Camilla gli prendeva le manine. Poi erano anche molto interessate alla culletta, quindi cercavano di capire come portare in giro Federico. Bene iniziamo benissimo.

Tanta tanta fatica, sono anche arrivata piuttosto stanca al parto ma ne è proprio valsa la pena, sembra impossibile aver creato un cucciolo del genere.

Ora siamo proprio al completo, e non vedo l’ora di tornare a casa dalle mie piccole.


ree

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