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Vietato piangere

  • Immagine del redattore: Serena Ferrante
    Serena Ferrante
  • 6 apr 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando passeggio con i miei bambini me ne capitano di tutti i colori. Inciampano, litigano, vogliono a tutti costi qualcosa, hanno fame, hanno sete, vogliono la felpa, poi non vogliono più la felpa, vogliono la mano della mamma, dopo non vogliono più la mano della mamma. Tutte queste situazioni portano a una sola conseguenza: IL PIANTO.

Ho capito una cosa da quando sono mamma, che i bambini piangono tantissimo. Spesso per delle cose assurde. Un giorno Federico è scoppiato in lacrime perché non gli ho permesso di mangiare la sabbia....


Spesso i bambini piangono e ridono nel giro di pochi secondi, e così ti viene da pensare "Mi sta prendendo in giro...??"

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Come gestire un pianto? Quando sono lucida e riposata so benissimo cosa fare (almeno ci provo) quando sono stanca dopo una giornata di lavoro è tutto più difficile.

Ci sono pianti così lunghi da sembrare infiniti, altri momenti di pianto passano rapidissimi.


Quando i miei bambini piangono, difficilmente vado nel panico e non cerco a tutti i costi di placare il pianto. Sì mi è capitato di camminare a lungo con un bambino piangente al seguito. Alla fine il pianto è una cosa assolutamente naturale, i bambini piangono quando sono frustrati, quando sono arrabbiati, quando non hanno ottenuto quello che vogliono e quando si fanno male.


Un bambino che piange dà fastidio e produce ansia, credo nella maggior parte dei casi.

Spesso noi genitori ci sentiamo in imbarazzo perché il pianto può attirare l'attenzione e infastidire chi ci sta intorno.

Un giorno stavo aspettando mio marito ad un parcheggio, davanti ad un tachimetro e Federico voleva correre in mezzo alle macchine parcheggiate. Al millesimo "no" ha iniziato ha piangere disperatamente. Urla, lacrime che scendevano come fiumi sulle guance e una simulazione di svenimento da premio Oscar. L'ho lasciato piangere, lo tenevo in braccio e lui piangeva.

Si sono avvicinate delle persone, per cercare di placare quel pianto. Alcuni mi hanno offerto dell'acqua, altri mi hanno chiesto se stesse male, altri hanno dedotto che piangesse per il caldo, altri mi hanno detto che stava piangendo perché era stanco.

Tutte le persone intorno hanno cercato una soluzione per consolarlo velocemente e soprattutto farlo smettere.


Dopo aver rassicurato tutti i passanti che era tutto sotto controllo, lui ha smesso di piangere. Sinceramente è stato più difficile gestire tutte quelle persone rispetto a gestire Federico che stava semplicemente piangendo perché non gli andava bene quello che gli avevo detto.


I bambini (ma anche gli adulti) hanno bisogno di piangere, di arrabbiarsi, di essere tristi e nemmeno noi adulti vogliamo essere subito consolati, coccolati e rincuorati. Poi, alcune volte chi ci fa arrabbiare è lo stesso che ci vuole coccolare.


Sono emozioni che spesso hanno bisogno di tempo.

I bambini piangono (tanto, tantissimo) e se ne hanno bisogno io gli lascio il tempo per piangere. É un bisogno, esattamente come il pianto.








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