I due anni e il NO!!
- Serena Ferrante

- 14 set 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Le prime parole di Federico sono state mamma, papo e Belia. Quest'ultima parola era riferita alle sorelle Camilla e Amelia. Credo che all'inizio pensasse fossero un'unica persona, lui chiamava BELIAAAAA e le guardava entrambe.
Ora ripete quasi tutte le parole, almeno ci prova, anche quelle più difficili.
Tra tutte queste nuove parole non poteva mancare il NO.
Dice NO ogni volta che lo chiami, quando gli fai una domanda anche quando gli vuoi dare la mano.
Quando dice NO ti guarda fisso negli occhi e ha quell'espressione di chi è proprio convinto di ciò che sta dicendo e non c'è modo di fargli cambiare idea.
Siamo consapevoli del fatto questa tendenza sia data dal fatto che noi come genitori diciamo tantissime volte NO, che siamo convinti quando lo diciamo e lui semplicemente ci imita.
Ecco, io sono convinta del fatto che alcune cose proprio non deve farle, che ci sono delle regole da rispettare, poche ma fisse.
Io credo che noi genitori abbiamo il dovere di chiarire ai bambini cosa si possa fare e cosa invece sia meglio evitare. In fondo bambini non sono mai troppo piccoli per capire, noi siamo i loro modelli e secondo me alcune cose sono consentite altre non lo sono. le regole ci sono in tutte le cose e sono necessarie per non vivere nel caos.
Non è per niente facile dire di NO, bisogna essere convinti e decisi, ci vuole coraggio a volte nel dire di No.
La cosa che noto quando dico no a un gioco pericoloso, a un comportamento che per noi genitori è sbagliato, quando tolgo qualcosa è che Federico dopo il pianto disperato cerca di trovare un'altra strada, cerca di fare in un altro modo, sperimenta, prova.
I bambini hanno bisogno di concessioni, di aiuto, ma anche di limiti, di regole e di prove da superare. I bambini che tentano e trovano gli ostacoli cercheranno un altro modo di agire. In questo modo sperimentano la frustrazione che accende quella lampadina che altrimenti resterebbe spenta.
Mi rendo conto che dire Sì è sempre più facile, meno stancante per noi genitori, dire NO è difficile anzi difficilissimo, implica uno sforzo e spesso ci sfinisce. Ricordo un giorno durante il quale Federico aveva in mente di fare una cosa per lui pericolosa, voleva saltare da un muretto veramente troppo alto per lui, ma insisteva e ho continuato a dire NO per un tempo che mi sembrava infinito. Non voleva che gli tenessi le mani, non voleva scendere dal muretto con il nostro aiuto, si dimenava, ci mandava via. Alla fine dopo l'ennesimo NO, e un lunghissimo pianto disperato... finalmente ha deciso di cambiare piani, ha trovato una soluzione alternativa ed è sceso con il sedere come se fosse uno scivolo dalla discesa accanto, si è divertito talmente tanto che è salito e sceso in quel modo un milione di volte.
Devo dire che quel pomeriggio mi ha messo parecchio alla prova, ero sfinita.

Una cosa l'ho capita. Il fatto di dare delle regole e un pianto dopo il No non fa del bambino un bimbo infelice, anzi, è esattamente il contrario.
Non avere regole, non sperimentare mai la frustrazione, non avere mai un NO manda in crisi il bambino che improvvisamente se lo sente dire. Non avere mai dei limiti manderebbe chiunque in crisi, figuriamoci un bambino piccolo che ha bisogno della guida dei genitori.
Credo che i NO siamo necessari tanto quanto i Sì per crescere bambini consapevoli, sereni e soprattutto felici.






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