Nato prima
- Serena Ferrante

- 18 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Il 17 novembre è la giornata mondiale del bambino prematuro. Per tante persone è una giornata come un'altra, mentre per chi è genitore di bambini prematuri è una giornata di ricordi, belli e brutti.
Tantissimi bambini nascono prematuri, prima del termine, alcuni stanno bene non hanno grandi problemi, altri passano giorni, settimane o mesi attaccati a mille tubicini.
Io mi sono ritrovata nella situazione di avere una bambina nata prematura che stava tutto sommato bene e una bambina nata prematura portata subito in terapia intensiva, tutto questo nello stesso momento.
Camilla alla nascita era bella, la guance di un bel colore, gli occhietti che ci guardavano, le manine piccole piccole che accarezzavo tutto il giorno.
Amelia l'ho vista di sfuggita quando è nata, aveva tutti i medici intorno che si muovevano velocemente e parlavano, parlavano di saturazione ma non ero nella condizione di capire cosa stesse succedendo, poi l'hanno portata via e io non sapevo niente, come stava, com'era il suo viso, come si muovevano le sue manine, niente di niente.
Camilla era vicina a me e Amelia no.

Dopo 5 ore avevo già Camilla in stanza con la sua tutina profumata, Amelia era in una culla termica da sola ricoperta da tubicini, aveva con le solo il suo pupazzetto, quello che avevamo tenuto nel nostro letto prima della loro nascita.
Finalmente dopo 9 ore mi dicono che possiamo vedere Amelia. Avevo paura di non riuscire a gestire l'emozione invece è stato tutto talmente naturale, lei mi guardava, non mi staccava gli occhi di dosso, le ho dato il biberon e lei finalmente ha mangiato, per la prima volta dopo la nascita.
Ogni giorni era fatto di conquiste ma anche di tanti momenti di delusione. Dicevano se tutto va bene domani tornerà a casa, invece durante la notte succedeva qualcosa, e niente siamo tornati a casa con Camilla lasciando Amelia nella sua culletta termica con il suo pupazzetto.
I ricordi sono tanti e le bambine hanno avuto tanti momenti ti di difficoltà, per fortuna dopo 10 giorni siamo tornati a casa tutti insieme. Sono stati giorni di attese, di domande, tantissime domande e poche risposte.

Il momento più difficile per noi è stato proprio l'inizio di tutto, la nascita. Mi sono sentita strappare un pezzo di me quando ho visto Amelia andare via, mi sono sentita impotente quando il peso di Camilla non aumentava, anzi diminuiva.
Tutti momenti che poi passano e ogni giorno diventa una conquista, i genitori diventano più abili e pratici nel gestire le situazioni difficili.
Odiavo l'odore di disinfettante che sentivo quando entravo in terapia intensiva neonatale, odiavo tutto il processo di vestizione, mi tiravano i punti e non riuscivo a stare seduta, odiavo il fatto di dover stare attenta a tutti quei tubicini per tenerla in braccio. Ero arrabbiata e stanca, poi lo sbalzo ormonale non aiutava.
Poi per fortuna ci sono le persone intorno a te che sono sicuramente più lucide e ti fanno capire che tutta questa situazione è difficile ma senza tutte quelle cure, senza la culla termica, senza i tubicini la tua bimba non sarebbe stata meglio e non si sarebbe ripresa così in fretta.
Quando iniziano a crescere quei momenti sembrano talmente lontani che bisogna sforzarsi per ricordare, poi riguardo le foto e tutto ritorna insieme alle mille emozioni.
Sono cresciute, tra poco compiranno tre anni. Amelia è una bambina piena di energia, simpatica, chiacchierona e tanto curiosa. Camilla è dolce, buona, affettuosa, testarda, balla tutto il giorno e io mi sento tanto fortunata.
Alle mie cucciole






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